Tira una brutta aria a Torino. Negli ultimi mesi Lega Nord, Forza Nuova, Casa Pound, Fratelli d’Italia e “comitati spontanei” di destra hanno promosso iniziative contro i rom che vivono in città.
La maggior parte vive in baraccopoli, alcune abusive, altre “autorizzate”: tutti in condizioni terribili. In lungo Stura Lazio da oltre un anno il comune ha tagliato l’acqua e, pezzo dopo pezzo sta sgomberando il campo. Una piccola parte dei baraccati è stata inclusa nella progetto “la città possibile”. Pochissime famiglie hanno avuto una casa, altri sono stati sistemati in social housing. Tutti hanno firmato un patto di emersione che sancisce che la condizione del campo non è semplice povertà ma una sorta di destino etnico, dal quale occorre impegnarsi ad “uscire”. I fortunati del social housing, cinque milioni di euro finiti in pasto ad una cordata di cooperative ed associazioni che si sono aggiudicate l’appalto, sono stati trattati come bambini, che devono apprendere a non buttare l’immondizia in terra. Tra un anno, quando i soldi del progetto saranno finiti, finiranno quasi tutti in strada, perché senza lavoro è difficile pagare un affitto.
Per gli altri di Lungo Stura – tra loro tanti bambini e alcuni disabili – c’é la prospettiva di uno sgombero che raderà al suolo le baracche. A fine marzo la corte europea dei diritti dell’uomo aveva bloccato lo sgombero. Poi è scattata la tregua per l’ostensione della Sindone. Fassino e Elide Tisi, la sua vice, non potevano permettersi di buttare in strada uomini, donne e bambini, che avrebbero potuto riversarsi in mezzo ai pellegrini, rovinando la festa ai preti.
L’ostensione finirà il 24 giugno, tre giorni dopo la visita del papa: da quel giorno ogni momento è buono per un’operazione sullo stile di quella fatta il 26 febbraio, quando 200 persone vennero gettate in strada.
Nel frattempo in una retata sono stati distribuiti fogli di via e due persone sono stati espulse in Romania.
Alcuni degli sgomberati di Lungo Stura sono finiti in via Germagnano.
Via Germagnano somiglia un poco ai gironi dell’inferno: man mano che si scende è sempre più terribile.
Nella prima parte, nel campo “autorizzato”, vivono rom serbi e bosniaci, più in là c’é un impianto dell’Amiat, l’azienda che si occupa dello smaltimento dei rifiuti, oltre, vicino al fiume ci sono i rom rumeni, che vivono in condizioni disumane, spesso sotto il ricatto di alcune mafie locali.
I camion dell’immondizia passano in continuazione a tutte le ore del giorno e della notte.
Nella stessa via c’é un rifugio per cani e gatti gestito dall’Enpa, che negli ultimi mesi ha subito numerosi attacchi.
Il 20 maggio il canile, gli ambulatori e gli uffici sono stati devastati completamente. Un’azione spregevole, che ha dato la stura ad una terrificante canea razzista. Sui social network da giorni si sono susseguite le minacce di
di radere al suolo il campo, dandogli fuoco.
Si respira la stessa di cinque anni fa, quando, alle Vallette, il campo della Continassa venne bruciato da un corteo aperto dall’allora segretaria cittadina dei DS, Bragantini. A scatenare il pogrom fu la falsa accusa di stupro rivolta a due abitanti del campo. Nonostante si fosse saputo che lo strupro era inventato, i razzisti non si fermarono. D’altra parte che importa se era vero o no? Bastava che fosse verosimile.
E’ una logica nazista voler punire centinaia di uomini, donne, bambini sulla base del sospetto che alcuni di loro abbiano distrutto il canile. I razzisti e i fascisti di Lega Nord, Forza Nuova, Fratelli d’Italia, Casa Pound fanno leva su episodi che suscitano l’indignazione bipartisan per giustificare manifestazioni xenofobe, per alimentare la guerra contro i più poveri, per indicare un perfetto capro espiatorio. I rom sono perfetti per la parte.
I primi a scendere in campo sono stati i leghisti: sabato 23 maggio hanno fatto un presidio davanti al canile. Erano 43 armati di bandiere del Piemonte. La polizia ha vietato loro l’uso della ruspa.
I leghisti erano circondati da un nugolo di poliziotti in assetto antisommossa e da una folla di giornalisti. Gli abitanti del campo andavano e venivano senza degnarli di uno sguardo.
Cinquecento metri più in là gli antirazzisti di Gattorosso Gattonero hanno dato vita ad un presidio informativo al mercato di via Porpora. Non sono mancati i razzisti e gli indifferenti, ma qualcuno si è fermato a parlare e ci sono state persone che hanno preso il volantino per farne buca a buca nel loro condominio.
Mercoledì 27 i fascisti di Fratelli d’Italia hanno annunciato un fiaccolata in via Germagnano, mentre comitati vicini a varie formazioni fasciste hanno annunciato già da tempo un corteo sabato 30 da piazza Rebaudengo a via Ivrea, passando davanti al campo. Nel mirino i “fumi” dei falò accesi per liberare dalle loro guaine i fili di rame. Che importa se i rottamatori di rame siano lavoratori in nero sfruttati da italianissimi imprenditori che si arricchiscono con l’oro rosso?
Anche questa volta gli antirazzisti saranno in piazza per contrastare la marea fascista che cerca di scatenare la guerra ai più poveri.
m.m.